Fondazione Hausbrandt: Monteverdi e i moti dell’anima

Nata per volere del Presidente Martino Zanetti, imprenditore ed eclettico intellettuale e artista, l’austriaca Fondazione Hausbrandt si propone di promuovere eventi culturali e artistici, valorizzando studi e ricerche su vari àmbiti del sapere, con particolare attenzione al Teatro e all’architettura musicali.

In questo contesto si colloca la tavola rotonda Monteverdi e i moti dell’anima, organizzata presso la sala conferenze “Emanuele Da Dalto” della Tenuta Col Sandago (Susegana, Treviso). Sotto la direzione scientifica della dott.ssa Flavia Buzzetta, l’incontro ha inteso valorizzare studi sulle cornici del recitar cantando e gli aspetti meno conosciuti dei linguaggi artistici, musicali e architettonici del teatro musicale.

Il Presidente Martino Zanetti ha introdotto l’evento, illustrando le scoperte relative alla Villa Maser che hanno dato origine alla Fondazione Hausbrandt e che si pongono sullo sfondo di una programmazione incentrata sulla trama di convergenze tra saperi e tradizioni.

L’incontro ha presentato nuove prospettive di ricerca su una figura centrale del panorama intellettuale ed artistico europeo, che in un periodo di transizione dal Rinascimento al Barocco ha determinato la nascita di un nuovo linguaggio musicale capace di esprimere le passioni dell’anima.

I “moti” dell’anima sono stati presi in esame dal prof. Enrico Reggiani (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano), che nel suo intervento Music to hear, why hear’st thou music sadly? Shakespeare, Monteverdi e i moti dell’anima, ha proposto una comparazione tra il linguaggio delle emozioni di Monteverdi e la forza espressiva di Shakespeare, individuando diversi punti di contatto e di convergenza, ad esempio, nell’espressione della tristezza e del sadness.

Il Prof. Denis Morrier (Conservatoire du Pays de Montbéliard et d’Analyse Musicale au Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse de Paris), sempre in una prospettiva comparatistica ha proposto uno studio su Palladio – Monteverdi. Une nouvelle conception des rapports entre architecture et musique, de l’analogie à la métaphore. Nel suo intervento, strutturato secondo cinque ragionamenti sul modello rinascimentale, ha mostrato la stretta relazione tra i rapporti armonici e proporzioni architettoniche, tra le opere di Palladio, di Barbaro e di Monteverdi. In questa trama di relazioni e di corrispondenze sono emersi gli elementi caratterizzanti di un pensiero stratificato nella pluralità “sinfonica” delle sue convergenti ramificazioni.

La Prof.ssa Paola Besutti (Università di Teramo), nel suo intervento su ‘Mosse l’Arianna per esser donna’. La personificazione degli affetti nel teatro in musica di Claudio Monteverdi, si è concentrata sulla dimensione espressiva del corpo come componente essenziale nell’interpretazione delle opere di Monteverdi. I moti dell’anima si manifestano in tal modo nell’azione del viso e degli sguardi che completano la creazione musicale e artistica. La Prof.ssa Baldine Saint Girons (Université Paris Nanterre), ha proposto una riflessione su Acte esthétique, vibration et représentation. Nel suo intervento ha preso in esame la nozione di sublime in rapporto all’opera di Monteverdi e alla seconda pratica che “fa vibrare le energie accorte, oscure e oblique del sublime” e fa percepire i moti dell’anima facendoli risuonare entro di noi.  La giornata si è conclusa con un concerto per liuto rinascimentale del maestro Marco Saccardin, che ha eseguito delle opere di Monteverdi, J.H. Kapsberger, A. Piccinin e A. Grandi.

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