La Battaglia di Corfu. Venezia ferma l’avanzata Turca verso Occidente

L'ultima cruenta battaglia di Venezia contro i Turchi. CORFU'.

LA BATTAGLIA DI CORFU’ 

(fonte: https://archeove.com/)

La battaglia di Corfù Trecento anni fa, nell’estate del 1716, ebbe luogo a Corfù una famosa battaglia che servì ad arrestare l’avanzata dei Turchi verso Occidente e impedì per sempre il loro ingresso nel mare Adriatico, garantendo un ultimo lungo periodo di pace alla Serenissima. Le truppe veneziane, guidate da J. Matthias von der Schulenburg, condottiero sassone al servizio della Repubblica di San Marco, pur essendo inferiori in numero e in armamenti, seppero resistere all’attacco della flotta del Gran Visir Ottomano, scrivendo una celebre e gloriosa pagina di storia. La festa popolare della Madonna dell’Apparizione, che si celebra a Venezia nell’isola di Pellestrina nei primi giorni di agosto, da allora ricorda annualmente l’evento: dalla documentazione risulta che la Madonna, apparsa miracolosamente ad un ragazzo, invitasse tutti a pregare per la salvezza della Cristianità. Venezia e l’Europa attesero con ansia l’esito dello scontro che si concluse il 18 agosto vittoriosamente. Il feldmaresciallo Schulenburg fu accolto a Venezia nell’autunno 1716 come un eroe. Un particolare curioso è però poco noto: di ritorno dalla campagna vittoriosa anch’egli, proveniente dai mari d’Oriente, dovette sottostare alle rigide norme sanitarie vigenti a Venezia e dovette fare la “quarantena”: fu uno dei nobili personaggi che nel corso della storia furono ospiti dell’isola lagunare del Lazzaretto Vecchio.

L’ultima guerra turco-veneziana (1714-18) La battaglia di Corfù Alla fine del 1715, riconquistata tutta la Morea (Peloponneso) e presa la fortezza di Santa Maura, l’esercito turco si accingeva ad attaccare l’ultima difesa veneziana prima dell’Adriatico, rappresentata dalla piazzaforte di Corfù. Venezia affronta la nuova campagna di guerra inviando nell’isola contingenti militari, tra cui truppe mercenarie arruolate in Germania, sotto il comando supremo del conte Johann Matthias von der Schulenburg, che parte da Venezia nel febbraio 1716 e subito provvede a rinforzare le fortificazioni ormai fatiscenti dell’isola. Disponendo soltanto di circa 1600 soldati il feldmaresciallo, si prepara all’attacco delle truppe turche, composte da ben 30 mila uomini, che sbarcano sulle coste a nord dell’isola nel mese di luglio al comando del Capitan Pascià Hogia. Le navi della flotta veneziana guidata da Andrea Pisani rimangono a guardare e non impediscono lo sbarco dei Turchi, i quali, piazzate le batterie sull’isola sulle alture prospicienti la città, iniziano i bombardamenti. Un secondo fronte di guerra viene nel frattempo aperto sui Balcani: il mondo cristiano sa di correre un pericolo mortale. A Petervaradino, presso Belgrado, Eugenio di Savoia al comando delle truppe austriache il 5 agosto riesce a mettere in fuga l’armata ottomana, ottenendo un’importante e incredibile vittoria (il campo di battaglia in piena estate si era miracolosamente ricoperto di neve!), ancora oggi festeggiata annualmente. A Corfù, durante il lungo assedio durato più di quaranta giorni, Schulenburg, spostando continuamente i suoi uomini sulle fortificazioni, con abile strategia militare era riuscito a confondere il nemico nascondendo il suo stato di inferiorità. Il 18 agosto, uscendo sul fianco dello schieramento turco con tutti i suoi 800 uomini, riuscì a sorprendere le forze ottomane, che la notte seguente furono poi travolte anche da un terribile fortunale che distrusse gli accampamenti e danneggiò la flotta. Soltanto allora giunsero gli aiuti promessi, cioè la flotta inviata dalla Spagna. Tornato come un eroe a Venezia, Schulenburg ricevette onori eccezionali da parte della Repubblica, e a Corfù davanti all’ingresso della Fortezza Vecchia gli fu eretto, due anni dopo (adhuc viventi, ancora in vita) un monumento marmoreo, opera di Antonio Corradini, che lo raffigura come un antico condottiero romano. Gli fu assegnato un vitalizio annuo di 5 mila ducati e tra i vari doni ricevette dal Doge anche una spada tempestata di diamanti dal valore di 8 mila ducati, visibile nel ritratto di G.A.Guardi oggi esposto a Ca’ Rezzonico. A.Vivaldi compose “Juditha Triumphans”, opera allegorica ”, opera allegorica che esalta i ritmi di guerra e di battaglia

CORFU CENNI STORICI

Corfù La più settentrionale delle isole Ionie, antica Corcyra o Kerkyra, secondo alcuni l’isola dei Feaci dove Ulisse incontrò Nausicaa, Corfù è posta geograficamente di fronte all’estremità meridionale della Puglia, vicinissima alla costa greco-albanese, l’antico Epiro. Considerata dall’Unesco patrimonio dell’Umanità, storicamente è sempre stata un’isola di grande importanza strategica e militare. Veneziana già dal 1204 (quarta crociata), persa e riconquistata, rimase sotto il vessillo di San Marco fino alla caduta della Serenissima (1797). Fu chiamata la “sentinella del Golfo”, baluardo dell’Adriatico. Lunga una sessantina di chilometri, montuosa, con rive a scogliera, presenta poche insenature accessibili. Il porto principale, di fronte al pericolo dell’avanzata turca, fu fortificato già nel 1500 con due possenti fortezze, dette Fortezza Vecchia e Fortezza Nuova. Corfù ebbe grande importanza anche dal punto di vista commerciale oltre che militare, come scalo per i traffici veneziani con il Levante. Anche a Corfù, come in molte altre strutture portuali furono istituiti luoghi di “quarantena” o di “contumacia sanitaria”. Davanti alla città, su un isolotto detto di San Demetrio, si trovano ancora le rovine di un “lazzaretto” veneziano, voluto dal Magistrato alla Sanità e funzionante tra il XVI e il XVIII secolo, poi usato come tale anche dagli Inglesi, infine adibito ad usi militari e quindi abbandonato

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