Come nasce un museo? Quante volte fra amici o in riunioni di collezionisti è stato affrontato il tema del “dopo”: costantemente sarei portato a rispondere. Ogni collezione segue praticamente quasi in via parallela le fasi dell’esistenza umana, infatti, nel suo nascere è carica di entusiasmo ed abbisogna di tutto quanto appartiene a questo mondo; via via raggiunge la maturità, la conoscenza, la senilità. In quest’ultima fase abbonda di ricordi e di incertezze a riguardo del suo futuro. Ogni collezionista a questo livello fa dei bilanci, si guarda intorno, si rende conto di avergli dedicato, se non tutto, moltissimo tempo, di averci investito una cifra, e di aver provocato il disinteresse di quasi tutti coloro che gli sono vissuti accanto. Se non altro per una reazione uguale contraria; mogli, figli e nipoti si sono sentiti condizionare per anni la loro esistenza da questa collezione che cresceva a dismisura ed invadeva ogni angolo della casa. Il canuto collezionista forse ora lo intuisce e la preoccupazione cresce più passano gli anni. Più passano gli anni più il problema s’impadronisce di lui allora deve trovare una ragione che lo giustifichi e lo riscatti.
La soluzione diventa quasi istituzionale, tanta storia, tanta cultura non può e non deve andar perduta. Un museo? Si, un museo è la soluzione più giusta e più opportuna. Si, opportuna, perché in questa soluzione intravede anche o soprattutto il coronamento della sua ambizione: andare oltre al tempo concesso ad un comune mortale e il suo nome resterà a sempiterna memoria. Quasi tutti con l’avanzare degli anni arrivano a questa conclusione, solo che molto spesso i nostri collezionisti non sono sufficientemente compresi. Sono spesso ammirati ed osannati quando espongono i loro oggetti. Ma non sono compresi dalle amministrazioni locali o dagli enti preposti che dovrebbero investire strutture e denari per prendersi cura delle loro collezioni.
Questo sopra esposto non è un iter atipico, lo è piuttosto il caso di Rino Venezian e di Lizio Brandalise. Che, nella generosità del sindaco, Cristina Pin, del comune di Cison di Valmarino, un ridente sito della provincia di Treviso, nel cuore della Marca Gioiosa, ricco di storia e di vestigia del patriziato della Serenissima Repubblica Veneziana, hanno trovato accoglienza e simpatia oltre all’amore per la cultura e la storia anche recente.
Infatti, è un invito che rivolgo a tutti, a quanti sono appassionati di radio d’epoca, come coloro che amano scoprire gli angoli più suggestivi di un territorio così affascinante. Visitare insieme, il Museo della radio d’epoca e scoprire gli angoli più romantici ed ancora perfettamente conservati di questo comune. Il Museo che si articola su un’area relativamente contenuta di circa 250 mq. Nasce da un progetto stimolato dal sig. Brandalise e portato avanti con il coinvolgimento concreto della rivista “Antique Radio Magazine”. È ospitato all’ultimo piano del prestigioso Teatro “La Loggia”.
L’esposizione copre un arco di tempo che va dal 1920 fino agli anni ’70. Gli apparecchi esposti costituiscono un’esaustiva panoramica dello sviluppo tecnico e stilistico dell’oggetto radio, senza però trascurare il significato socio culturale che questo ha costituito, quale mezzo di comunicazione vera e propria, sotto l’aspetto ludico, d’intrattenimento… ed in definitiva, a partire dalla metà degli anni trenta, di colonna sonora della vita quotidiana.
L’allestimento è stato curato dall’architetto Saccon e dispone di un adeguato impianto audio visivo che consente una sia pur contenuta interazione con il visitatore. Il susseguirsi di panelli illustrativi, conferisce una nota suggestiva ed al tempo stesso un riferimento immediato fra i cimeli esposti ed il momento sociale richiamato.
L’inaugurazione è avvenuta venerdì 24 aprile 2009, alla tavola rotonda di presentazione che si è tenuta nella sala del Teatro hanno preso la parola: Franco Miracco, porta voce del presidente della Regione Veneto; il sindaco di Cison di Valmarino, Cristina Pin e altre personalità del mondo della cultura e dello spettacolo. Veri protagonisti furono in prima persona i collezionisti: Rino Venezian, classe 1920, una vita spesa per la radio, venuto a mancare il primo gennaio del 2008, lasciò la sua ingente collezione di apparecchiature ai famigliari i quali vollero commemorarlo invitando il Comune a rendere partecipi di tanta cultura tutta la cittadinanza. Lizio Brandalise di molti anni più giovane coinvolto dalla stessa passione per la radio divenne presto amico inseparabile di Rino e nel ricordo di tanta amicizia contribuì a completare il materiale espositivo. Per la ricorrenza è stato approntato un volume catalogo edito dalla Mosè Edizioni nel quale la storia delle apparecchiature è ben rappresentata, assieme allo spirito che ha dato vita a questa iniziativa e ad un cenno storico del comune di Cison di Valmarino.
Orario di apertura del “MUSEO DELLA RADIO D’EPOCA”
Sabato, dalle ore 15.00 alle ore 19.00
Domenica, dalle ore 10.00 alle ore 12.00
e dalle ore 15.00 alle ore 19.00 (estivo),
dalle 14.30 alle 18.30 (invernale)