Oggi si celebra S.Antonio da Padova uno dei Santi piu’ amati e venerati dai Veneti

FONTE : https://www.blogdipadova.it/santantonio-da-padova/

Nacque a Lisbona il 15 agosto 1195 con il nome di Fernando Martins de Bulhões da una famiglia benestante ed aristocratica. Fu da principio monaco agostiniano a Coimbra dal 1210 e poi frate francescano dal 1220 e nel corso della sua opera viaggio molto dal Portogallo, all’Italia, alla Francia. Conobbe San Francesco che lo mandò in Francia a contrastare con le sue prediche l’eresia catara. Era dotato di grande umiltà ed allo stesso tempo era molto acculturato e le sue prediche dimostravano la sua sapienza. Prima di diventare famoso come “Sant’Antonio da Padova” ed in Portogallo Antonio da Lisbona, è stato per diversi anni noto come Antonio da Forlì proprio perché qui inizio a dimostrare le sue doti oratorie. Non a caso la sua più famosa reliquia, la lingua del Santo è rimasta miracolosamente incorrotta

Quando Antonio arrivò a Padova aveva 32 anni e qui visse gli ultimi 4 anni della sua vita quando non era in giro per il nord Italia in quanto ministro dell’ordine francescano. A Padova cercò di portare a termine la sua opera teologica “I sermoni” senza riuscirvi per l’impegno delle prediche, seguite sempre da grandi folle di fedeli, opera che comunque gli valse il riconoscimento di “Dottore della Chiesa”. Accompagnato dal suo fedele discepolo Luca Belludi a cui è stata intitolata la via di accesso alla Basilica dal Prato della Valle e la Cappella omonima all’interno della stessa basilica viaggiò fino a Trieste e poi Istria e Dalmazia, e dove passava lui sorgevano nuovi conventi e tornando si fermo in molte città e località del Friuli e del Veneto per poi andare in Emilia, Lombardia fino in Liguria.

Predicò in favore dei poveri e per le vittime dell’usura che causava povertà, sofferenza e disperazione tra il popolo. Fu paladino della giustizia, strenuo difensore della gente comune, forse per questo fu tanto amato e tutt’oggi la devozione popolare per lui è diffusa in tutto il mondo. Chi non riusciva a pagare gli interessi a Padova veniva condannato come debitore al carcere a vita e dal tribunale del Salone di Palazzo della Ragione passavano direttamente al Carcere delle Debite, palazzo allora collegato tramite un passaggio pensile tipo “Ponte dei Sospiri” o subivano la tortura al Volto della Corda, la galleria che collega Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta. Qui i rei venivano legati ed appesi a degli anelli di ferro a diversi metri di altezza e lasciati penzolare fino a fargli slogare spalle e braccia.
Antonio lottò con coraggio e fermezza per liberare Padova da questa gente e il 15 marzo 1231 grazie alla sua lotta fu modificata la legge ed il podestà Stefano Badoer stabilì che il debitore senza colpa, non venisse imprigionato o esiliato ma che dovesse dare i propri beni in contropartita recitando la formula “Cedo bonis” girando attorno alla “Pietra del Vituperio” visibile nel Salone di Palazzo della Ragione indossando solo una sottoveste, da qui pare abbia avuto origine il detto “Restare in braghe de tela”. Anche oggi avremo bisogno di un altro Antonio in grado di lottare contro la corruzione dilagante ed il malaffare!

Altra curiosità padovana è la leggenda secondo la quale ad Antonio cadde il breviario nel pozzo del giardino di Palazzo Papafava e che questo gli fu riportato asciutto dagli angeli.

I lunghi viaggi, la quaresima e la stanchezza per le predicazioni ne fiaccarono il fisico, un salute non proprio ferrea, adropisia ed asma forse sintomi di cardiopatia gli rendevano difficile anche solo camminare. Poco prima della morte, nel giugno 1231 soggiornò a Camposampiero, comune a circa 25 km a nord di Padova nella dimora dell’amico il conte Tiso per riposarsi e rimettersi in forze. Qui avvenne la famosa predica del Noce e la visione di Antonio con in braccio il bambin Gesù nella celletta dove si ritirava a pregare. In questi due luoghi esistono oggi gli altrettanti santuari antoniani di Camposampiero, Il Santuario del Noce ed il Santuario della visione.

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