Un patto con le future generazioni per la sostenibilità in vigna in rete con il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG
Nasce il giardino delle api tra i filari della tenuta Le Manzane. «Un ritorno al passato – spiega Ernesto Balbinot, titolare della cantina di San Pietro di Feletto – perché una volta avevamo le arnie nei vigneti e le api facevano parte del nostro mondo agricolo».
Da qualche settimana in località Manzana di Vittorio Veneto (TV) sono state posizionate 5 casette colorate per i piccoli insetti, considerati da sempre delle vere proprie sentinelle ambientali custodi della biodiversità. Continua, dunque, l’impegno della cantina Le Manzane per la tutela dell’ambiente, come l’adozione della certificazione SQNPI, il sistema di “Qualità sostenibile”: un patto con le future generazioni capace di segnare la strada per la realizzazione di scelte consapevoli e rispettose per la terra in cui viviamo e le persone che la abitano.
La cantina Le Manzane ha deciso, così, di aderire al progetto di ricerca Eno Bee per il reinserimento dell’ape in vigneto, mentre i ragazzi con disabilità dell’associazione “Casa Maria Adelaide da Sacco” onlus di Vidor, coinvolti dal direttore del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, Diego Tomasi, che ha anche sostenuto l’iniziativa, hanno colorato e dipinto le arnie. «Per poter aderire al modello Eno Bee – spiega Mariagrazia De Belli di Enomarket che ha seguito il progetto – le aziende devono principalmente dimostrare una sensibilità ambientale volta all’implementazione della biodiversità; le buone pratiche agricole e l’attenzione al produrre mettendo in primo piano l’ambiente sono le prerogative per una dimostrazione di sostenibilità. Le normative e le certificazioni di sistema come SQNPI fanno il resto».
Api e vino, un binomio vincente. «Le api fanno bene al vigneto – continua Mariagrazia De Belli – perché implementano “l’entomofauna utile”, sono sentinelle ambientali e, in caso di grandinate a ridosso della raccolta, sanitizzano l’acino». «Avere le api in vigneto è vantaggioso – conferma Luca De Zanet, agrotecnico della cantina Le Manzane – perché sono dei buoni vettori di lieviti e quest’ultimi favoriscono la cicatrizzazione della buccia degli acini in caso di rottura a causa di eventi metereologici avversi. Evitano così una facile diffusione di patologie come il marciume acido. In più, in annate molto piovose, durante la fioritura, migliorano e contribuiscono all’impollinazione. Viceversa, il vigneto fa bene alle api perché mette loro a disposizione, fin dall’inizio della primavera, fiori ricchi di polline come il tarassaco e il trifoglio. Poi, se vengono seguite le pratiche consigliate dal sistema SQNPI e viene attuato lo sfalcio dell’erba a filari alterni, le api troveranno sempre dei vigneti con piante ricche di fiori su cui nutrirsi».
«Oltre ad aderire dal punto di vista tecnico-scientifico al progetto – conclude Ernesto Balbinot – c’è da parte mia la soddisfazione di reinserire un microcosmo o una parte di microcosmo che una volta già esisteva salvaguardando le api che sono degli insetti delicati tutelando contemporaneamente anche il nostro ambiente. E questa è la linea di condotta che l’azienda perseguirà nei prossimi anni».
La cantina Le Manzane si trova a San Pietro di Feletto, a metà strada tra le Dolomiti e Venezia, nella fascia collinare della provincia di Treviso, nel cuore delle Colline del Prosecco Superiore, proclamate il 7 luglio 2019 Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. L’azienda, a conduzione familiare, è fortemente radicata nel territorio trevigiano come produttrice da quasi 40 anni. La cantina, tra le più dinamiche e interessanti nel panorama enologico del Conegliano Valdobbiadene, distribuisce sia in Italia che all’estero raggiungendo 36 Paesi.