Entusiasmo alle stelle per il settimo passaggio del Giro d’Italia sull’iconica salita di Ca’ del Poggio: il tifo premia “Joker” Vendrame reduce dall’impresa di Sappada, ma il più applaudito è il governatore Zaia che ha anche premiato la famiglia Stocco per i 30 anni di attività
C’è una sottile striscia rosa che si insinua tra i vigneti, palpita della passione di migliaia di tifosi e colora le colline di un’emozione che dura nel tempo. Un’ultima curva, poi la strada si impenna e diventa uno spettacolo verticale: è il Muro di Ca’ del Poggio, il trampolino di lancio della penultima tappa del 107° Giro d’Italia, settimo passaggio – dal 2009 ad oggi – lungo la salita simbolo delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
La tappa numero 20, i 184 chilometri dall’Alpago a Bassano del Grappa, arriva sul Muro di Ca’ del Poggio all’ora di pranzo, quando piove a dirotto. Gli ombrelli sono aperti, ma per la gente del Muro sembra splendere sempre il sole. Il gruppo, all’imbocco della salita, con l’accompagnamento del “Nessun dorma” di Luciano Pavarotti, è già frazionato: guidano Davide Ballerini e Lorenzo Germani, tra gli inseguitori c’è Andrea Vendrame, mentre la maglia rosa Tadej Pogacar controlla il gruppone. I corridori spingono sui pedali, alzano gli occhi verso la striscia d’asfalto che improvvisamente prende la strada del cielo e sembra quasi sovrastarli: la magia del Muro di Ca’ del Poggio li avvolge, scorre sotto le bici, prima di portarli sul Grappa e poi proiettarli verso il penultimo traguardo – domani c’è Roma – di un’edizione che passerà alla storia per il dominio del nuovo re, Pogacar.
Il Muro (1,1 km con pendenza media del 12,3% e punte del 19%), tra curve e controcurve, sale sino a quota 242: siamo in collina, ma la cornice che accoglie i corridori sembra quella di un tappone dolomitico. I primi tifosi arrivano all’alba: montano i gazebo, preparano i tavoli, accendono il fuoco. Il profumo degli spiedi si spande nell’aria già di prima mattina. L’atmosfera è quella di una grande festa popolare. Non c’è albero o vigna che non abbia appeso uno striscione, una foto, un incitamento. La strada è una tavolozza di colori, disegni, slogan.
Il termometro del tifo sale gradualmente, mentre la pioggia non cessa, e raggiunge punte altissime per il trevigiano Andrea “Joker” Vendrame, che, fresco dell’impresa di Sappada, scatena il fan club appollaiato sul prato con striscioni e bandierine. Urla e applausi, foto e trombette, bici e casette colorate di rosa. Ci mette del suo anche Poggy, il leone in rosa, mascotte di Ca’ del Poggio, alla prima apparizione al Giro.
Per il Muro di Ca’ del Poggio si tratta del terzo passaggio del Giro d’Italia da quando – nel 2019 – le colline di Conegliano e Valdobbiadene hanno ricevuto il riconoscimento Unesco. L’evento diventa così la perfetta sintesi di un territorio che, nella giornata più rosa dell’anno, esprime l’orgoglio di esserci, di mostrare le proprie eccellenze.
Organizzata da Alberto e Marco Stocco, le anime di Ca’ del Poggio, la Grande Festa Rosa è anche una passerella per ospiti eccellenti: Luca Zaia ha trascorso gran parte della giornata in cima al muro. Si è prestato a mille foto e altrettante strette di mano. Ha premiato la famiglia Stocco, con papà Fortunato, mamma Maria Stella e i figli Alberto e Marco a raccogliere i meritati applausi per i 30 anni di attività. “Adesso – ha sorriso Zaia – sono tutti bravi ad elogiare il panorama di Ca’ del Poggio, la bontà della cucina, ma qui 30 anni fa non c’era niente. La famiglia Stocco ci ha creduto. Per questo dico che i pessimisti non fanno fortuna”.
Riconoscimenti anche per i 141 anni della Latteria di Soligo, rappresentata da Lorenzo Brugnera, e per Acqua San Benedetto, con l’intervento di Enrico Zoppas. Oltre che per Eleonora Bottecchia, artista trevigiana che ha dedicato l’originale interpretazione di due Magnum di Prosecco Conegliano Valdobbiadene Superiore DOCG di Ca’ del Poggio al centenario delle epiche imprese di Alfonsina Strada al Giro d’Italia e di Ottavio Bottecchia al Tour de France.
L’attore Paolo Kessisoglu, il musicista Saturnino e il maestro del vetro Marco Varisco hanno animato la simpatica tappa della Tiramisù World Cup, con il supporto dei “campioni” della sfida più gustosa dell’anno, Stefano Serafini (2021), Giuseppe Salvador (2022) e Mario De Santis (2023). Un salomonico ex aequo, con gli applausi anche di Zaia, ha premiato indistintamente le tre coppie.
All’associazione “C’è Da Fare”, fondata da Kessisoglu con l’obiettivo di creare progetti di sostegno psicologico per adolescenti in difficoltà, anche un assegno speciale di 10.000 euro frutto di una raccolta di fondi che ha coinvolto molte aziende del territorio e la stessa Ca’ del Poggio. Kessisoglu, Varisco e tanti amici sono partiti in bicicletta dall’Alpago al seguito della carovana rosa, pedalando sino a Ca’ del Poggio.
Insomma, un muro d’emozioni e d’entusiasmo in una giornata che, come le precedenti, resterà indimenticabile. Adesso tutti a Roma. E mentre la Città Eterna si prepara a tributare il giusto riconoscimento al sovrano Pogacar, c’è una certezza: il Giro, in Veneto, anche grazie al Muro di Ca’ del Poggio, è più rosa che mai.