Tutti sanno di chi si parla quando si nomina il celeberrimo Antonio Canova, che riuscì a dare vita al marmo, infondendogli un’anima e una bellezza senza tempo, ma non tutti conoscono la storia delle sue reliquie, di cui oggi ancora visibile è la sua mano destra.
Facciamo un passo indietro: Canova muore il 13 ottobre 1822, dopo una serie di disturbi causati anche dal trapano che utilizzava per lavorare alle sue opere, che premuto continuamente contro il petto, portò ad un’occlusione dello stomaco e una deformazione del torace. Subito, il suo corpo viene trattato come quello dei Santi all’epoca, cioè viene smembrato per trarne delle reliquie.
Il cuore viene inizialmente posto in un vaso di porfido rosso presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e inizia così una contesa tra la Serenissima e Possagno, per l’acquisizione delle reliquie; alla fine si decide di porlo nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia, dove si trova tutt’ora, nel famoso monumento funebre a forma piramidale che lo stesso Canova avevo progettato, non per sé, ma per il collega Tiziano.
La mano destra invece, venne posta inizialmente in bella vista sempre all’Accademia di Belle Arti, ma essendo diventata col tempo un oggetto a detta di molti “angosciante”, venne chiusa in un armadio per molto tempo. Oggi è contenuta in una teca, immersa in un particolare liquido che la conserva intatta, proprio accanto alla tomba dove riposa il corpo di Canova, nel Tempio di Possagno, ed è liberamente visitabile. Si segnala anche la possibilità di salire sul tetto del Tempio pagando un ticket.
© Redazione Marcadoc | 12/08/2024