Il buio accoglie i visitatori e li avvolge nei misteri di Giorgione, il bianco rincorre il suo inafferrabile fantasma: benvenuti a Casa Giorgione. Uno spazio intimo, carico di suggestioni regalate da secoli di storia e da un allestimento di nuova concezione, costruito attorno alle due opere del Maestro conservate in città: la Pala di Castelfranco, nel Duomo cittadino, e il Fregio delle arti liberali e meccaniche, all’interno di Casa Giorgione, dove, lungo il percorso museale si materializzano il tempo e il territorio dell’artista.
Voluto dalla Città di Castelfranco Veneto, il Museo celebra lo straordinario valore dell’artista e il contesto, unico al mondo, in cui è proposto. Casa Marta-Pellizzari, detta di Giorgione, è luogo inimitabile, intriso del mistero e della meraviglia che avvolgono il grande Maestro, spazio che ha ospitato il suo pensiero e il suo lavoro, nel cuore della città natale e dell’ambiente in cui si è formato, quella Marca ‘gioiosa et amorosa’ che tra fine ‘400 e inizio ‘500 vive un periodo di grande fermento culturale.
L’allestimento, guidato dai progettisti dello studio museologico e museografico, rispettivamente Danila Dal Pos e Giorgio Pia, è il frutto di un lavoro intenso, durato oltre quattro anni, che invita a vivere lo spazio museale in modo attivo, come un’esperienza preziosa. Qui il visitatore vive e respira l’atmosfera del tempo, diventando protagonista di un percorso di scoperta che stimola i sensi e solletica la mente.
Durante il percorso espositivo strumenti multimediali incrociano opere del Rinascimento, in parte provenienti dalla collezione civica ma anche acquisite sul mercato antiquario internazionale. Il patrimonio comprende oltre cento oggetti che, accanto alle ricostruzioni architettoniche e d’ambiente, immergono nelle atmosfere del tardo Quattrocento e spingono, contemporaneamente, ad indagare la potenza enigmatica di Zorzi da Castelfranco, l’influenza del territorio in cui è vissuto, i messaggi della sua pittura rivoluzionaria.
‘Nella casa abbiamo voluto si potesse entrare non solo come visitatori di oggetti semplicemente esposti – dichiara il Sindaco Maria Gomierato – ma come ospiti di un luogo in cui rivivere l’epoca di Giorgione, valorizzando un patrimonio civico legato al pittore e alla Marca Trevigiana che ancora oggi sono risorsa straordinaria, in particolare per la qualificazione culturale e lo sviluppo del turismo. Ed è anche a questi flussi che la Città si rivolge, certa di aver portato il proprio contributo di impegno e di fiducia, in un momento delicato per l’economia del paese, nel quale è essenziale esprimere ogni energia positiva e puntare su risorse uniche e irripetibili, come Giorgione’.
IL PERCORSO DI VISITA
Dalla Pala al Fregio attraverso un’intera epoca
Tre sono i grandi protagonisti del progetto museale: la celebre Madonna con il Bambino tra i santi Francesco e Nicasio, Il Fregio delle arti liberali e meccaniche e la stessa Casa che ospita il Museo. Qui Giorgione ha realizzato il Fregio, nato proprio per Casa Marta-Pellizzari, così come la Pala per la Cappella Costanzo nel Duomo cittadino.
Dalla storia e dai segreti dei due capolavori conservati in città, il progetto museale trae la forza per raccontare un territorio e un’epoca di grande fermento culturale, più che mai congeniali alla formazione dell’artista e del suo linguaggio innovativo.
Il percorso espositivo parte immerso in una misteriosa oscurità per approfondire il dipinto su tavola e arrivare alla visione intima e personale del Fregio. Percorre l’intera Casa, ricostruendo gli ambienti del tardo ‘400, e mostra le peculiarità dell’edificio di epoca gotica, rivisitato nel XV secolo secondo la tipologia della casa veneta e restaurato nel 2002 con il contributo di Fondazione Cassamarca.
Attraverso la straordinaria invenzione poetica e compositiva della Pala, il percorso intreccia gli elementi più significativi di quella straordinaria cultura che porta in sé molto Medioevo e anticipa il Rinascimento. Mostra l’opera di Giorgione da dentro, con un apparato multimediale la scompone, ne evidenzia la costruzione e la rivoluzione pittorica, attirando il visitatore in un’esperienza che si realizza anche al di fuori del dipinto.
Tra le sale espositive, le armature del Quattrocento riportano al committente dell’opera, il condottiero Tuzio Costanzo, al servizio della Serenissima e del Regno di Cipro. La ricostruzione in vetro del Barco da caccia fatto erigere da Caterina Cornaro, Regina di Cipro in esilio ad Asolo, rivela gli antichi giochi d’acqua e le essenze particolarissime che lo abitavano e che oggi si ‘respirano’ in Museo. Oggetti e tessuti preziosi del XV e XVI secolo raccontano l’amore per il bello e per le arti di quest’epoca.
L’allestimento invita a vivere lo spazio museale come un’esperienza preziosa, frutto di attenta ricerca sui pochissimi documenti che testimoniano il passaggio dello straordinario Maestro. Figlio di quel Veneto che fra Trecento e Cinquecento è capitale dell’arte italiana e internazionale con artisti come Giotto e Mantegna, Bellini e Tiziano, Giorgione scompare a poco più di trent’anni, nel 1510, dopo aver lasciato straordinari capolavori. Pochissime le opere attribuitegli oggi dalla critica, due delle quali custodite a Castelfranco Veneto, così come è esiguo anche il numero dei documenti che provano la sua esistenza, solo cinque, a cui è dedicata una specifica sala del Museo.
Da qui, il buio che ha accompagnato fino ad ora il visitatore, lentamente si dissolve per entrare nella storia dell’unico affresco attribuito a Giorgione conservato nella sua interezza, apprezzabile appieno grazie al bagaglio di conoscenza costruito lungo le sale espositive.
Nel Fregio si colgono certezze e paure di un’epoca, astrologia, astronomia, guerra e filosofia sono gli elementi che si possono indagare nel dipinto e attraverso pezzi originali che ripropongono l’intera sequenza del Fregio. Libri chiusi e aperti, una clessidra che introduce il tema del trascorrere veloce del tempo, come ricorda la prima incisione “Il Nostro tempo è il passaggio di un’ombra”. La sfera armillare, strumenti di misurazione e trofei d’armi dialogano con le opere e i personaggi a cui Giorgione si è ispirato per realizzare l’affresco, dal Sogno di Polifilo del domenicano Francesco Colonna al pensiero di Giovan Battista Abioso, tra i maggiori astronomi e astrologi del tempo. Infine, la ricostruzione di un ambiente come lo studiolo, permette di entrare fisicamente in uno spazio in cui Giorgione e l’umanista committente del Fregio hanno lavorato insieme per ideare questo straordinario racconto della vita.
ORARI
Martedì – mercoledì – giovedì: 9:30 / 12:30
Venerdì – sabato – domenica: 9:30 / 12:30 e 14:30 / 18:30
Chiusura: lunedì e nei giorni di Pasqua e Natale
Consigliamo di contattare il museo per la conferma degli orari.
BIGLIETTI
Museo Casa Giorgione: Intero: 5 € – Ridotto:3 € – Famiglia:10 €
Torre Civica: Intero: 3 € – Ridotto: 1,5 €
Riduzioni: Ragazzi da 6 a 14 anni, studenti da 15 a 25 anni, gruppi con almeno 15 componenti, over 65 anni, personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), soci FAI e Touring Club.
Biglietto gratuito: Bambini fino ai 5 anni, accompagnatori portatori di handicap, un accompagnatore guida per gruppo, due accompagnatori per ogni scolaresca, residenti nel Comune di Castelfranco Veneto se accompagnatori di due visitatori (a biglietto intero o famiglia), soci ICOM, guide autorizzate e interpreti turistici.