San Nicolò nella tradizione veneta

San Nicolò, il Santo che porta i doni ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 dicembre

La tradizione

I santi che portano i doni ai bambini nel periodo dell’Avvento sono diversi, a seconda delle usanze seguite nelle diverse zone d’Italia. In Veneto è usanza comune festeggiare San Nicolò, che per tradizione passa a cavallo del suo asinello e lascia un dono ai più piccoli, generalmente “barbagigi”, mandarini e ai più bravi anche un giocattolo.

I bimbi preparano la lettera con i loro desideri qualche giorno prima e poi la lasciano sopra il tavolo, con una carota o il fieno per l’asinello e un bicchiere di latte (o vino) per San Nicolò, la sera del 5 dicembre.

La leggenda e la storia

San Nicolò deriva da San Nicola, vescovo di Myra, nato a Patara nella Lisia (Asia Minore) e morto nell’anno 350.

San Nicola, si narra, venne a sapere che tre povere bambine della sua città, sarebbero state vendute come schiave, perché la famiglia non poteva assegnare loro una dote con la quale, divenute grandi, si sarebbero potute sposare. Allora il vescovo andò solo nella notte, fino alla casa delle povere bambine, e posò sulla finestra tre sacchetti pieni d’oro.

Fin dal VI secolo il culto di San Nicolò (o San Nicola) era diffuso in tutto l’oriente. La sua fama quindi approdò in Italia, specie a Roma e nel sud che allora era dominato dai Bizantini. Attraverso i secoli il ricordo di questo santo non si spense, tanto che viene nominato come San Nicolò di Bari, quasi la città pugliese l’avesse adottato. Tuttavia, i baresi, di cui è anche patrono, festeggiano il santo il 9 maggio, giorno in cui le sue spoglie arrivarono in città nel 1087, mentre nel nord la sua festa ricorre, come ho già detto, il 6 dicembre che è la data in cui sarebbe morto a Myra nel 343.

È credenza diffusa che le reliquie di San Nicola si trovino nella Basilica di San Nicola a Bari, ma quest’ultima conserva circa la metà dello scheletro del santo, perché il resto si trova a Venezia.

San Nicola di Myra era molto venerato a Venezia, essendo il Santo patrono dei marinai: ai tempi della Repubblica Serenissima, durante la Festa della Sensa, al termine della celebre cerimonia dello sposalizio del Mare, la messa solenne di ringraziamento veniva celebrata proprio nell’abbazia benedettina di San Nicolò del Lido.

Una conosciuta filastrocca veneta recita così:

“Sa’ Nicolò de Bari, / la festa de i scolari; / e chi no’ farà festa / ghe tajarén la testa

Informazioni tratte da www.ilcuoreveneto.it e da www.eventivenetando.it

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