Asolo

Asolo, la raffinata
Regina di cuori, arroccata sul dolce rilievo collinare.
Habitat naturale di viaggiatori, artisti, scienziati, scrittori, musicisti e teste coronate,
raccoglie nel centro storico uno scrigno di gioielli e suggestioni.
Ogni passo è una traccia a ritroso.
(A.Zaltron)
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La favorevole posizione e la felicità del clima fecero di Asolo un centro abitato fin dall’epoca neolitica. Acelum, l’attuale Asolo, fu sede dei Veneti e divenne importante Municipio Romano nel I secolo avanti Cristo; ricordato da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia e Tolomeo.

Centro cristiano, Asolo fu sede vescovile fino al 969, quindi fu assegnata alla Diocesi di Treviso, col diploma di Ottone I.

Sofferse l’invasione degli Ungari nel secolo X, poi appartenne successivamente ai vescovi di Treviso, agli Ezzelini, ai Caminesi, ai Carraresi e agli Scaligeri, fino alla definitiva conquista da parte della Repubblica di Venezia nel corso del XIV secolo.
Concessa in dominio nel 1489 a Caterina Cornaro, regina di Cipro, in cambio della cessione dell’Isola alla Repubblica Veneta, divenne centro di una piccola corte, frequentata da illustri letterati del tempo, tra cui Il Bembo, che vi scrisse gli Asolani.

Letterati, poeti ed artisti italiani e stranieri, portati dalle vicende storiche o attratti dalla bellezza del luogo, visitarono ed amarono questa Città: da Pietro Bembo che durante il dominio della Cornaro vi scrisse “Gli Asolani” al poeta romantico inglese Robert Browning che nel XIX secolo vi si stabilì e le dedicò “Asolando”, da Giosuè Carducci che la chiamò “la Città dai cento orizzonti” ad Ada Negri; da Lorenzo Lotto e Giorgione nelle cui opere vive la grazia del paesaggio asolano, al Palladio, a Massari, a Canova, fino al Benson, a Marius Pictor, a De Pisis; da Gustavo Modena alla Duse, che in Asolo ebbe casa e volle essere sepolta, da Igor Strawinsky a Gian Francesco Malipiero.

Asolo conserva un suggestivo aspetto medioevale, raccolta entro le antiche mura e dominata dalla Rocca, ciclopica costruzione medievale in vetta al colle, a guardia dell’abitato.
Molto caratteristiche sono le vie affiancate dai portici ad arco gotico degli antichi palazzi e delle case, sulle cui facciate, coperte di affreschi si aprono svelte bifore e trifore ed armoniosi balconi.

La CINTA MURARIA

Il progetto fortificatorio della Città fu realizzato nel corso del XIV secolo con la risistemazione delle strutture ezzeliniane e la costruzione delle prime opere murarie di difesa. Spetta al breve dominio dei da Carrara tra il 1381 e il 1388 l’avvio della costruzione sistematica delle mura che venne tuttavia conclusa al ritorno definitivo dei Veneziani nel 1393, quando il Senato ordinò la completa fortificazione della città dotandola di torri, creando le apposite porte ed estendendo il circuito fino alla Rocca che veniva così a divenire parte fisica della cittadina. La cinta muraria misurava 1360 metri ed era dotata di 24 torri e di portelli in corrispondenza delle vie di accesso e di uscita della Città: il portello di Castelfranco, aperto probabilmente dopo la metà del XV secolo, la porta Dieda demolita nel 1812 per la costruzione del Foresto Nuovo, il portello di S. Martino, oggi murato, del Colmarion, la porta di Santa Caterina e il portello di Sottocastello. Il perimetro delle mura, pur inglobate o cancellate dai successivi sviluppi urbanistici, è ancora sommariamente individuabile.

La ROCCA ed il MONTE RICCO

La Rocca di Asolo, che sorge sulla sommità del monte Ricco e domina dall’alto l’intero borgo, rappresenta il simbolo della città. Essa sorge a circa un centinaio di metri dal centro urbano ad un altezza di 316 metri slm dominando, oltre all’abitato, l’intero panorama circostante. Sebbene attribuita nel passato a epoca romana o addirittura preromana, la Rocca venne edificata in epoca medioevale tra la fine del XII e gli inizi del XIII sec. sul luogo di un precedente insediamento. Nel possesso della Rocca si susseguirono, in un breve lasso di tempo, i Da Romano, il Comune di Treviso, i Veneziani, i Carraresi e nel 1388 definitivamente la Serenissima.
Fonte: Atlante storico delle città italiane (a cura di Guido Rosada), Casalecchio di Reno 1993, Grafis Edizioni.

La visita del centro storico di Asolo inizia da sud, attraverso Porta Loreggia, punto di arrivo dell’antica via romana Aurelia, proveniente da Padova. Sulla sinistra si trova la famosa Fontanella Zen e sulla destra Villa Stark, residenza della grande viaggiatrice ed esploratrice inglese Freya Stark (1893-1993), sepolta nel cimitero di S. Anna. Nel giardino della villa sono conservati i resti del Foro e del Teatro Romano.
Percorsi i portici di via Browning, si arriva in Piazza Garibaldi, più anticamente Piazza Maggiore, il cuore della città. Di fronte alla Fontana Maggiore, sovrastata dal Leone di San Marco, si staglia il profilo del Duomo, dedicato a S. Maria Assunta.

Il DUOMO

L’edificio assunse il titolo di cattedrale fin da epoca antichissima quando divenne sede vescovile. Venne soppressa nel 969 d.C. con un editto dell’Imperatore Ottone I e venne posta sotto la giurisdizione del vescovo di Treviso, che era anche feudatario dell’Imperatore.
Le pareti sono ornate da numerose rappresentazioni della Vergine Assunta, cui è consacrata la Cattedrale. Tra queste ricordiamo la più famosa, quella di Lorenzo Lotto (1480-1556): L’ Assunta tra Sant’ Antonio Abate e Ludovico di Tolosa. il fonte battesimale è stato commissionato dalla Regina Cornaro nel 1491 ed è ritenuto opera dell’architetto-artista Francesco Graziolo, autore anche della casa Longobarda. Gli angeli ai lati dell’altare sono opera di Giuseppe Bernardi (1694-1773), nipote di Giuseppe Torretti.Su Piazza Garibaldi si affaccia la Loggia della Ragione, palazzo di stile rinascimentale, sulle cui mura sono presenti affreschi con scene belliche e lapidi murate.

Su Piazza Garibaldi si affaccia la Loggia della Ragione, palazzo di stile rinascimentale, sulle cui mura sono presenti affreschi con scene belliche e lapidi murate.

Il MUSEO CIVICO

Il Museo fu istituito negli anni ottanta del XIX secolo. Nacque come Fondazione Scomazzetto dal nome del più importante degli studiosi asolani, l’archeologo Pacifico Scomazzetto, che fra il 1874 ed il 1885 riuscì a mettere in luce i resti romani delle Terme e del Teatro e raccolse tutto il materiale che costituisce gran parte del patrimonio della sezione Archeologica. Il Museo Civico ora comprende: una sezione archeologica con testimonianze che vanno dalla più lontana preistoria, ai paleoveneti ed ai romani; una sezione d’arte comprendente la Pinacoteca tra i cui dipinti spiccano le Vedute di Bernardo Bellotto e il San Girolamo di Luca Giordano – è in essa inclusa anche la sala canoviana, con dipinti ed oggetti canoviani e maneriani; cimeli storici di Caterina Cornaro; oggetti e costumi di Eleonora Duse; una sezione dedicata a Freya Stark con oggetti personali e foto; ricordi di Robert Browning; cimeli del Risorgimento; armi di varie epoche.
Una particolare sezione è riservata ad oggetti sacri e paramenti che fanno parte del Tesoro dell’antica Cattedrale di Asolo.
Info: Ufficio Cultura (Tel. +39 0423.524637).

Il CASTELLO della REGINA CORNARO

Da Piazza Maggiore, proseguendo per via Cornaro, si arriva al Castello Pretorio, detto Castello della Regina Cornaro. Caterina Cornaro, nata a Venezia nel 1454, sposò per procura Giacomo II, figlio illegittimo di Giovanni re di Cipro, Gerusalemme e Armenia, nel 1468. In tal modo costui sanò i debiti contratti con lo zio di Caterina, Andrea Corner. Dopo quattro anni Caterina si trasferì a Cipro e dopo un anno rimase vedova. Regnò sull’isola di Cipro per sedici anni, fino a quando fu indotta ad abdicare; in cambio ottenne da Venezia la Signoria di Asolo. Il potere sulla città rimase saldamente alla Repubblica Veneziana, ma la reggenza di Caterina passò alla storia per la raffinatezza della sua corte, visitata da illustri artisti dell’epoca. Il Castello ospita oggi il celebre Teatro dedicato ad Eleonora Duse.

Lasciato alle spalle il Castello, proseguendo verso nord, si raggiunge via Canova, dove si affacciano l’antico Forno a legna che produce il pane da 600 anni, e più avanti, sotto i portici, la prestigiosa Scuola di Ricamo ed il locale espositivo della famosa Tessoria Asolana. Sulla sinistra la palazzina rossa che ospitò Eleonora Duse. Poco oltre la Porta S. Caterina si trova l’omonima chiesa del XIV secolo. Qualche centinaio di metri più avanti, sulla destra, si affaccia una singolare costruzione detta Casa Longobarba, il cui nome deriva dalle origini lombarde dell’architetto Francesco Graziolo, che la costruì agli inizi del 1500. Sul vicino colle Messano si stagliano le linee armoniose della palazzina denominata Fresco, residenza estiva di Villa Contarini, che sorge sull’altro lato del colle.

Asolo e dintorni

Il SARCOFAGO di CAJO VETTONIO – S. Eulalia (TV)
Il ritrovamento avvenne nei primi decenni del 1600 fra i ruderi dell’antica chiesetta consacrata nel 1210, dedicata a S. Cassiano e posta nei pressi dell’attuale Pieve di S. Eulalia. L’edificio nel 1587 fu dichiarato pericolante per cui se ne ordinò il parziale abbattimento durante il quale, secondo la tradizione, fu ritrovato quest’importante reperto. La chiesetta fu abbattuta completamente alla fine del 1700 in occasione della costruzione della nuova S. Eulalia.
In questa bella chiesa dalle sobrie linee neo-classiche è custodito il famoso sarcofago di Cajo Vettonio. Sul frontale del sarcofago, una lapide retta da due putti alati ci informa che esso fu voluto da Cajo Vettonio, veterano romano della famiglia Fabia, di ritorno dal servizio militare.

TOMBA di BRION – San Vito di Altivole (TV)
Ad Altivole, nella frazione di S.Vito, si trova la Tomba di Brion, uno dei più interessanti monumenti funebri dell’architettura moderna. Realizzato dal celebre architetto Carlo Scarpa tra il 1970 e il 1973, su commissione della famiglia Brion, occupa uno spazio a forma di L nei pressi del vecchio cimitero.
Anche in quest’opera ricorre uno degli elementi dell’arte scarpiana, l’acqua che rappresenta il perenne rifluire della vita nella morte, per risorgere a nuova vita.

POSSAGNO, patria di ANTONIO CANOVA

A otto chilometri da Asolo sorge Possagno, patria di Antonio Canova.

Il grande scultore neoclassico, che qui nacque nel 1751, ha lasciato nella sua terra preziosissime testimonianze della sua attività artistica: il Tempio canoviano, dalla inconfondibile composizione (all’interno vi sono opere dello stesso Canova, di Palma il Giovane e di Luca Giordano) e la Gipsoteca, annessa alla sua casa natale, che raccoglie il materiale esistente, alla morte dell’artista, nel suo atelier romano.

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