Nuova tappa alla scoperta delle colline del Prosecco nel comune a cavallo tra pianura e montagna e ricco di sorprese: dalla fortezza Roganzuolo agli antichi borghi, le pozze risorgive, la vecchia filanda e le grandi ville venete.
Le opere di Tiziano Vecellio e del Cima da Conegliano sono solo alcune delle eccellenze culturali che scopriremo in questa tappa dei Sentieri delle Colline Unesco. San Fior, comune a cavallo tra l’area collinare e la pianura trevigiana, offre al visitatore opportunità turistiche di grande valore. Il nuovo itinerario a piedi ci porterà a scoprire Castello Roganzuolo, piccolo gioiello la cui origine si perde nella notte dei tempi.
San Fior potrebbe essere considerata una semplice località di passaggio, trovandosi in posizione dominante sulla statale Pontebbana, in realtà propone per chi la visita scorci paesaggistici, elementi culturali, architettonici e religiosi davvero inaspettati. Siamo nell’estrema periferia sudorientale della cosiddetta “Commitment Zone”, ben lontani dal tipico paesaggio delle Colline del Conegliano e Valdobbiadene Unesco a cui eravamo abituati nel nostro lungo “road show”. Qui, al contrario di comuni vicini, ritroviamo in parte il paesaggio collinare, che presenta però aspetti geologici del tutto differenti. Ed infatti si scopre che il piccolo rilievo isolato dove sorge Castello Roganzuolo in realtà è nato dall’azione dell’antico ghiacciaio del Piave proveniente dal Fadalto e dalla stretta di Serravalle, tutt’altra cosa quindi rispetto alle colline del Prosecco che vennero generate da spinte tettoniche. Più a sud il comune sfuma verso la pianura agricola e dei Palù in frazione di San Fior di Sotto, restituendo così un tipico paesaggio rurale. L’itinerario che proponiamo in questa puntata alla scoperta dei Sentieri delle Colline Unesco, si snoda tra le frazioni di Castello Roganzuolo e San Fior “capoluogo”, un viaggio tra le eccellenze artistiche di questa parte di terra trevigiana.
I CASTEARI – Qualunque sia la strada che percorriamo, l’A27, la statale Alemagna o le innumerevoli vie intermedie, la collinetta di Castello Roganzuolo, o meglio dei “Casteari” come dice la gente del posto, è sempre lì che ci osserva con le sue inconfondibili otto arcate della chiesa monumentale. Situato a 119 m di quota, ebbe un ruolo strategico sul controllo delle vie fin dall’età del Rame. Su quel colle, a partire dal IX sec. a.C. giunsero i Paleoveneti, mentre è del VI sec. d.C. il presidio del ducato longobardo di Ceneda che trasformò l’altura in fortezza, per difendersi dalle continue scorrerie nemiche. Nel 1089 il sito divenne reggenza dei nobili Da Camino fino al 1337, anno in cui i Veneziani presero il possesso distruggendo il castello. Si salvò soltanto una torre che divenne il campanile di una importante pieve passata, con alterne vicende, sotto il controllo del vescovo di Ceneda e del patriarca d’Aquileia. L’accesso si svolge tramite un viale di tigli che fioriscono e profumano in occasione della festa di San Pietro, ma vi è anche un sentierino tanto ripido quanto affascinante che si inerpica tra gli ulivi.
LE BELLEZZE – Dentro la chiesa il viaggio continua, ammagliando il visitatore per la bellezza degli affreschi di Francesco Da Milano e della pala d’altare del Frigimelica, ma è il polittico del Tiziano raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Pietro e Paolo ad attirare la nostra attenzione.
«Quella che vediamo è soltanto una copia, il prezioso originale è custodito nel Museo diocesano di Vittorio Veneto», spiega il sindaco Giuseppe Maset. «La tela venne ultimata tra il 1543 e il 1549 e, come parziale pagamento, il Tiziano ricevette dalla comunità l’attuale Villa Fabris che vediamo sul vicino Col di Manza. L’artista cadorino amava trascorrere il suo tempo di riposo proprio in questo paesaggio collinare, caratterizzato dalla presenza della genialità veneziana e delle sue maestose ville di campagna, tra le quali ricordiamo Villa Morosini Lucheschi Vaiforte».
San Fior di Sopra, altra chiesa, altre vicende, quella di San Giovanni Battista custodisce al suo interno un’opera di Giambattista Cima da Conegliano. Ma visitare San Fior significa rivivere i sapori di un tempo nelle antiche borgate, da Borgo Gradisca, posto nei pressi dell’antica pieve, a Borgo Canè, che si sviluppa vicino ad un’altra storica residenza nobiliare, Villa Soldi Cadorin. Più a sud il paesaggio è inciso dal Rio Codolo che scivola sinuoso nell’immensa pianura, dove le pozze risorgive hanno creato un ambiente naturalistico di grande interesse. A San Fior di Sotto colpisce il silenzio dei campi arati, che fanno da sfondo a lunghi filari di uve rosse e bianche, mentre la vecchia filanda abbandonata ci parla di un passato glorioso che chissà se tornerà.
A PASSEGGIO – Per i Sentieri delle Colline Unesco, il comune di San Fior mette a disposizione dell’escursionista una piacevole passeggiata che comprende la visita di Castello Roganzuolo. Da piazza Marconi a San Fior “capoluogo” attraversiamo il Parco della Rimembranza per poi seguire via Serravalle fino a Borgo Canè dove si affacciano Villa Soldi Cadorin e Villa Garbellotto. Saliti su via Rividella, si entra in aperta campagna fino ad arrivare a Villa Morosini Lucheschi Vaiforte. In seguito, si visita Borgo Gradisca e, dopo un passaggio tra vigneti ed uliveti, si raggiunge la collina di Castello Roganzuolo. Il ritorno a San Fior si svolge tramite via Serravalle e una breve deviazione finale alla parrocchiale di San Giovanni Battista. Tempo di percorrenza: 2h 30’, distanza: km 8,5.
Giovanni Carraro
Articolo tratto da “Il Gazzettino” del 18.04.21