Oderzo “Città Archeologica” e “Città d’arte”
nominata dal Touring Club Italiano
“Città più porticata d’Italia”
Tra i due fiumi Piave e Livenza si stende un territorio pianeggiante dai colori e paesaggi originali, coltivato a seminativo e vigneto e percorso nel mezzo da un terzo fiume: il Monticano.
Qui sorge la città di Oderzo, dalle antiche origini paleovenete e municipio di grande importanza in epoca romana . Il nome della città deriva dal latino Opitergium che a sua volta deriva dal venetico Opterg, ovvero “Piazza del mercato”.
Oderzo, fin dal nome quindi testimonia la sua centralità nel territorio.
Oderzo è dopo Verona, la seconda città veneta per importanza di reperti archeologici di età romana, raccolti e visibili nel Museo Civico e conservati in interessanti itinerari nella città stessa, mentre il suo monumento paleoveneto è la Mutera di Colfrancui, vicino alla quale scorre il Navisego/Piavon. |
I negozi prestigiosi, gli istituti scolastici, il notevole mercato settimanale (ogni mercoledì) del bestiame e di merci e la crescita industriale, confermano nel tempo il ruolo di centro commerciale e di servizi. La città si sviluppa attorno a Piazza Vittorio Emanuele II, dove si trovano i principali monumenti: la tradizione vuole che il Duomo di San Giovanni Battista, gia’ sede vescovile nei primi secoli del cristianesimo, sia stato edificato su un preesistente tempio di Marte.
Da visitare l’antica loggia comunale, il Torresin, e Palazzo Ottoboni, affrescato sull’esterno. La cittadina si estende attraverso un originale tessuto urbano, con strade sormontate da portici e palazzi, che costeggiano i corsi d’acqua, con affascinanti vicoli, detti Contrade, come la Contrada Rossa e la Contrada del Cristo. La più importante arteria è il Corso Umberto I, su cui si affacciano case e palazzetti del ‘400 – ‘500. |
Importante Palazzo Foscolo, sede della civica Pinacoteca Parte dei reperti archeologici sono conservati nel Museo Civico. Altri resti di edificazioni romana vanno a costituire un itinerario archeologico che conduce al Foro romano tra via Roma e via Mazzini con resti di una basilica e botteghe; alle fondamenta di mura, palazzi e ville pavimentate con altri mirabili mosaici. Si possono in oltre ammirare le terme del I secolo d.C. in via Savonarola e in via Spinè le necropoli.
Oderzo e’ stata nominata dal Touring Club Italiano “Città più porticata d’Italia”: i portici infatti sono uno dei simboli della città, e ne sono dotati praticamente tutti gli edifici del centro storico e i palazzi sorti negli ultimi quarant’anni.
Da vedere
Piazza Grande
Già Piazza Vittorio Emanuele II, è una delle più famose piazze del Veneto per la sua particolare forma a palcoscenico, e fa da sfondo a numerose iniziative di carattere culturale.
Nella parte orientale della piazza è tracciata una curva a forma di otto: comunemente chiamata “la meridiana”, si tratta di un grande analemma, che funge da calendario grazie all’ombra del pinnacolo centrale del Duomo.
Su Piazza Grande si affacciano il Duomo di san Giovanni Battista, il Torresin, l’antica Loggia Comunale, il Torresòn ed altri edifici storici, tra cui il Palazzo Saccomani e lo storico Caffè Commercio.
Museo Civico Eno Bellis
È uno dei più antichi in Italia, essendo stato fondato nel 1876. Nel 1999 è stato trasferito nella “Barchessa” di Palazzo Foscolo, restaurata allo scopo. In continuo allestimento, ospita solo una minima parte del grande patrimonio archeologico emerso dal sottosuolo opitergino ed attualmente in fase di sistemazione. A poca distanza è presente anche la pinacoteca.
Siti archeologici
Sono sparsi in vari punti della cittadina, eccone alcuni:
L’area del Foro Romano (tra via Roma e via Mazzini). Sono i resti di un complesso forense di età augustea e di una grande domus, ubicata all’incrocio tra i due principali assi viari cittadini, scoperti tra il 1978 e il 1995. Si conservano i resti di una piazza (misure probabili 40×100 metri), i resti della basilica civile e di un’imponente gradinata.
L’area delle ex carceri (Calle Pretoria) si trova all’interno di un noto ristorante con sede presso il “Torreson” . È composta di reperti e murature di varie epoche, più i resti delle carceri medievali.
Area di via dei Mosaici. Vi si conserva la parte inferiore di due pozzi, nonché la pavimentazione musiva di una domus, indagata tra il 1951 e il 1988.
Area tra Piazza Grande e Piazza Castello. Si tratta di un tunnel ricavato nell’edificio moderno posto tra le due piazze. Attraversandolo si possono scorgere i resti di uno dei due assi principali della città e di una pavimentazione esposta a muro.
Area di via Dalmazia. Scoperta nel 1989, consta della parte inferiore di un pozzo.
Duomo di San Giovanni Battista
Iniziato intorno all’XI secolo e consacrato nel 1535 a san Giovanni Battista, è stato costruito sulle rovine di un antico tempio di Marte. L’aspetto originale, in stile romanico-gotico, è stato pesantemente compromesso dai lavori eseguiti nei secoli. L’ultimo grande restauro risale agli anni venti, ed ha contribuito a ripristinare per quanto possibile l’antica conformazione dell’edificio. All’interno sono conservate alcune pregevoli opere di Pomponio Amalteo, una delle quali copia di un originale esposto alla Pinacoteca di Brera a Milano. Il campanile è stato edificato nel Cinquecento sulla base di una torre della vecchia cinta muraria, e presenta una pendenza di 98 centimetri.
Il “Torresin”
È il simbolo della città: si tratta di una torre dell’orologio completamente rifatta negli anni trenta del XX secolo e ribattezzata Torre Littoria. Esso faceva da porta d’ingresso e costituiva una vera e propria muraglia che si è conservata nei secoli.
Centro storico
Comprende la parte romana, medievale e rinascimentale della città. Si concentra attorno a via Alberto Martini e via Umberto I, strade lastricate in pavé, ai cui lati si affacciano palazzi affrescati realizzati dal Quattrocento al Settecento.
Palazzo Porcia e Brugnera
Si tratta della residenza cinquecentesca della famiglia omonima, restaurata nel 2005. Si trova in Piazza Castello ed è sede periodica di mostre d’arte.
Parco Ca’ Diedo
Trova collocazione in una zona della città di rilievo. All’interno c’è un monumento dedicato a Luigi Luzzatti, deputato della circoscrizione di Oderzo e Presidente del Consiglio dal 1910 al 1911. Il parco si estende in un’area molto vasta.
Chiesa di Santa Maria Maddalena
Era di pertinenza di un monastero soppresso da Napoleone; viene chiamato “il pantheon degli opitergini” per le tombe di illustri cittadini contenute al suo interno.
Palazzo Foscolo
Restaurato dopo un incendio nel 1983, a Palazzo Foscolo si svolgono numerosi eventi culturali e di conferenze. È inoltre sede permanente della Pinacoteca Alberto Martini, museo contenente una collezione di quadri dell’omonimo pittore opitergino, nonché di altri pittori di Oderzo e della zona. Si trova in via Garibaldi.
Villa Stefanel, già Berti, già Wiel
Villa Wiel Berti Stefanel, è una villa veneta del XIX secolo, ubicata nella piazza omonima, nelle vicinanze della stazione ferroviaria; nel 2003 ha ospitato re Juan Carlos di Borbone.
Dintorni di Oderzo
“Mutera” di Colfrancui, presso la frazione omonima. Si tratta di una misteriosa collina artificiale di epoca veneta, usata forse come osservatorio astronomico. Conserva i resti di un cavaliere e del suo cavallo.
Il Museo dell’Apicoltura. Si tratta di un museo unico nel suo genere in Italia, e ha sede a Piavon presso l’Istituto Agrario “G. Cerletti”, sede staccata dell’antica Scuola Enologica di Conegliano.
Storia della città
Pacificamente inglobata nell’area d’influenza della Repubblica Romana, nel 49 a.C., grazie alla Lex de Gallia Cisalpina ottiene lo status di municipium. Raggiungerà il massimo splendore nel I-II secolo – si presume che a quell’epoca la città avesse circa 50.000 abitanti. L’importanza fu tale che all’epoca la Laguna di Venezia fu detta opitergina, ed i monti del Cansiglio Monti opitergini. Vari autori nominano la città; tra di essi: Tolomeo, Strabone, Plinio il Vecchio, Lucano, Tacito, Tito Livio e Quintiliano.
Da questo momento in poi, Oderzo è a pieno titolo parte Roma e partecipa della sua stessa sorte subendo per secoli le pesanti conseguenze delle invasioni barbariche e delle guerre tra Bizantini e Longobardi: inizierà a riprendersi molto lentamente soltanto dopo l’anno 1000, senza piu’ tornare comunque agli antichi fasti.
Viene contesa dalle grandi famiglie feudali della zona, in particolar modo da Camino, Collalto e Scaligeri, fino a quando nel 1380 il passa sotto il controllo della Repubblica di Venezia. Questo durerà pressoché ininterrottamente fino all’arrivo di Napoleone (1797). La città diventa quindi austriaca nel 1815 e italiana nel 1866. In questo periodo la città subisce le conseguenze del fenomeno dell’emigrazione.
Nel 1917 la ritirata di Caporetto porta alla città gravi danni, tra cui la distruzione dell’archivio comunale e lo scempio di varie opere artistiche e architettoniche. A partire dal 1943, è teatro come tutta la zona di asprissimi scontri tra fascisti e partigiani che culmineranno nella strage del Brandolini.