La Pedemontana tra Cortina e Venezia
E’ tra questi declivi che si snoda la “Strada del Prosecco e dei Vini dei Colli”, un meraviglioso itinerario di circa 33 chilometri in un saliscendi incorniciato da lunghi vigneti e punteggiato da bellissimi paesi e frazioni. D’estate questi pendii sono letteralmente invasi dai Trevisani in fuga dall’afa della pianura, d’inverno sono quasi perennemente avvolti in una soffice nebbia che “appiattisce” il paesaggio, mentre in autunno e soprattutto in primavera questi posti danno il meglio di sé.
I contrasti di luci e ombre sembrano realizzati volutamente per impressionare chi ci si trova avvolto e i raggi di sole giocano tra gli alberi impreziosendo ulteriormente gli accostamenti di colori che solo la natura sa creare.
Capita cosi di rimanere rapiti ad ammirare uno scorcio e subito intravederne un altro che attira l’attenzione. Anche per i frequentatori più assidui l’impressione è di percorrere sempre un percorso diverso; quando si arriva a un incrocio, infatti, tutte le vie e le carrarecce sono ugualmente invitanti: le vedi nascere ma non sai dove ti possano portare o cosa ci sia dopo la curva o il dosso dietro a cui scompaiono.
La cosa migliore è allora lasciarsi trasportare dall’istinto, imboccarne una e godersi la vista senza chiederti cosa ti sei lasciato indietro.
Questa bellissima “Strada del Vino” nasce a Conegliano, la vivace e dinamica capitale della cinta pedemontana con alcuni scorci piacevolissimi, primo tra tutti l’antico Castello di cui oggi rimangono una torre mozza, qualche tratto di muro e, soprattutto, la torre principale, una tappa irrinunciabile per il panorama di cui si gode: da qui, nelle giornate serene, la vista spazia dalle Dolomiti a Venezia.
Con la Laguna negli occhi ci si può mettere in marcia fra le colline disseminate di boteghe del vin, caratteristiche e rusticissime mescite sempre ben fornite di buon vino, soppressa e squisiti formaggi, spesso accompagnati dal pan de casada cotto ancora nei forni a legna.
La strada corre sul crinale delle colline tra cascinali e vigneti e raggiunge presto Refrontolo, uno stupendo balcone naturale affacciato sui luoghi in cui si è fatta la storia d’Italia: dal Piave al Grappa, passando per i campi di battaglia del Montello. E’ uno sguardo diverso quello che abbraccia questo panorama: dove oggi ci sono vigneti c’erano reticolati e trincee. Sono posti che fanno riflettere. Da Refrontolo l’itinerario prosegue verso Pieve di Soligo, un grazioso paese circondato da colline coltivate a vigneto e “incastrato” tra il Piave e il Soligo, celebre soprattutto per la fiorente industria casearia.
Di qui la strada “ufficiale” condurrebbe direttamente a Valdobbiadene ma è possibile fare una deviazione verso Cison di Valmarino e Follina : il Castello Brandolini D’Adda arrampicato su uno sperone del Monte Castellazzo e la stupenda Abbazia Cistercense meritano sempre la manciata di chilometri in più che servono per passare in questi due paesini alle pendici delle Prealpi Venete.
Da qui si raggiunge Miane, un paesino sorto in epoca romana e situato al limitare del suggestivo bosco del Madean. E’ una specie di foresta incantata, non troppo fitta e intricata ma piena di scorci suggestivi, sentieri e radure in cui le famiglie amano recarsi per delle piacevoli scampagnate domenicali. L’ultima tratta della Strada del Prosecco è quella che degrada verso Valdobbiadene: se ci arrivate verso il tramonto, quando il sole calante riveste di riflessi dorati le cime delle colline quasi a volerle incorniciare, lo spettacolo è assicurato. Il contrasto tra i colori brillanti dei tratti ancora battuti dal sole e quelli più scuri e sfumati delle parti già in ombra si accompagna ai suoni e ai silenzi delle vallate, alla sensazione sulla pelle dell’aria e al profumo delle distese di vigneti che circondano e abbracciano il visitatore. E così si arriva a Valdobbiadene, l’altra capitale del Prosecco, adagiata ai piedi delle Prealpi Trevigiane in una vallata ricca di verde e scandita dal susseguirsi delle colline e dei filari di viti che si diramano verso il Piave.
Girare per la cittadina è particolarissimo, tutto e all’insegna del Prosecco: dai souvenir dei negozi ai menù dei ristoranti, dai nomi delle pensioni e delle locande ai titoli delle sagre e delle mostre sui manifesti.
Insomma, sarà pure vero che, come dicono alcuni, il Prosecco è solo un vitigno e può essere coltivato ovunque, ma quel che è certo è che cresce da sempre tra queste colline e la tradizione, la cultura e la passione che lo circondano non possono essere esportate. Questa passione è testimoniata anche dal continuo fiorire di laboratori del gusto, iniziative culturali e folcloristiche e dalle tantissime Mostre del Vino che presentano agli enoturisti e ai semplici visitatori gli eccellenti vini del territorio, insieme ai sapori dei prodotti tipici e alla gastronomia locale.