Ecco un’escursione nota ai frequentatori del Grappa, rilassante e spettacolare. Si svolge sulla dorsale dei “Solaroli” (come monte Solarol, o “Salaroli”, come Malga Salarol), una cresta che si eleva a più di 1600 metri nel massiccio, ed è lunga circa 5 chilometri nel tratto che proponiamo.
Partiamo dalla valle delle Mure, raggiungibile per strade asfaltate sia dalla parte di Romano d’Ezzelino-Bassano che da Pederobba-Tomba, oppure da Fietta, frazione di Paderno del Grappa. Lasciata la macchina presso il laghetto- abbeveratoio, conviene scendere leggermente lungo la strada sterrata che passa dall’agriturismo ”Cason del Sol”.
Poco dopo potremmo deviare a sinistra nel bosco con sentiero 157, ma se vogliamo rodare le gambe è meglio scendere fino alla Malga Domador, a sinistra della quale saliamo su un’evidente carrareccia. Questa si inoltra in una magnifica faggeta, con alcuni tornanti (a volte cementificati) che tranquillamente ci portano in una zona prativa a circa 1400 metri di altezza. Poco dopo compare la Malga Salarol, un vero e proprio balcone, e di lì un sentiero prosegue costeggiando il versante Sud-Est fino alla breve salita per la sella di Valderoa. Vale la pena di fare una puntatina in cima al monte Valderoa, in un quarto d’ora.
Una notazione importante: in questa zona, anche nella bella stagione, è frequente la formazione di nebbie persistenti per la condensazione dell’aria umida in quota. Queste nebbie, che stagnano in particolare sul versante meridionale del massiccio, potrebbero impedire la visione dei grandi panorami, per cui è bene intraprendere la gita dopo essersi assicurati che il cielo è aperto.
Dalla sella di Valderoa inizia la parte più bella della gita, sulla dorsale dei Solaroli. Salendo si guadagnano presto duecento metri, per raggiungere la parte alta della cresta. In stagione la fioritura è eccellente e rintempra lo spirito sui prati verdeggianti. Il crinale in alto si fa spesso roccioso, ma è sempre largo e in genere permette sull’erba quelle comode soste contemplative e riposanti che sono il sale di tutte le escursioni. Il panorama, se l’aria è limpida, è sconfinato. E a Nord-Ovest,1000 metri a picco sotto di noi, possiamo osservare la Val Stizzon che digrada verso Seren, con i suoi agglomerati di case e la sua rete di strade, sotto le alture di boschi e pascoli: lezione di geografia sul campo.
Proseguendo sulla cresta, incontriamo diverse cime contrassegnate da croci, a ricordo di un anno di guerra (1917-18), in cui le truppe italiane tennero la posizione scontrandosi con gli eserciti degli Imperi Centrali. Effettivamente in tutta la zona, a più di 90 anni di distanza da quegli eventi, sono ancora riconoscibili i percorsi delle trincee, i parapetti, le caverne, i pozzi (attenzione a non finirci dentro!) che testimoniano la drammatica situazione dei combattenti, tanto che questo tratto della gita fa parte della cosiddetta “Alta via degli Eroi”. Quindi il luogo è di grande valore storico e anche per questo si deve camminare con adeguata lentezza: c’è molto da osservare, e tanti spunti per riflettere.
Il punto più alto della dorsale è al colle dell’Orso, m 1679, sotto il quale si scorge il bivacco Scopel, ex malga Murelon, ristrutturato e inaugurato nel 2003, che però è un po’ ostico da raggiungere per la ripidità del pendio. Nel tratto successivo, seguendo il crinale fino al Monte Casonet, dobbiamo letteralmente “saltare” tra i resti delle trincee. Alla successiva forcella ci troviamo sopra la malga Valpore di cima (da non confondere con quella “di fondo” oggi sede dell’Aula Verde, attrezzata per il soggiorno e lo studio dell’ambiente). L’ultimo tratto della cavalcata finisce alla Croce di Lebi, non lontana da Cima Grappa. Qui scendiamo a sinistra verso il Pian de la Bala per comodo sentiero, e con la strada della valle delle Mure ritorniamo al punto di partenza.
L’anello è compiuto. Certo, è possibile rendere la gita più lunga, comprendendovi Cima Grappa o la Fontana Secca (dalla sella di Valderoa). Ma se abbiamo indicato questo itinerario più ridotto e agevole (circa 600 metri di salita, quattro ore di cammino effettivo) è per meglio gustare la parte della dorsale vera e propria, senza fretta, per passare una giornata diversa e indimenticabile.
L’escursione si può fare in ogni stagione, e anche d’estate, perché il caldo e la mancanza di ombra sono mitigati dal vento della cresta. Ricordarsi però che sul Grappa non si trova acqua!
Cesare Biadene, escursionista e alpinista