Vidor, edifici storici e fiume Piave

Il comune di Vidor si estende nella parte occidentale del Quartier del Piave e comprende le frazioni di Colbertaldo e Bosco di Vidor. Abitata fin dalla preistoria, come documentano alcuni ritrovamenti, divenne importante in epoca medievale grazie al suo porto fluviale, al castello e all’abbazia, costruita nel 1100, grazie alla presenza della nobiltà feudale. Nell’ottocento Vidor vide uno sviluppo industriale con fornaci di laterizi, officine meccaniche e le celeberrime filande Zadra. Durante la prima guerra mondiale Vidor fu in prima linea: il ponte fu fatto saltare e il paese fu quasi totalmente distrutto, provocando l’emigrazione di molti uomini verso paesi più ricchi. Attualmente questa zona è intensamente coltivata e segnata da uno sviluppo edilizio che ha radicalmente mutato il paesaggio. Oggi Vidor è conosciuto anche per la produzione vitivinicola.

L’abbazia Di Santa Bona
la chiesa del complesso abbaziale, caratterizzata dalla sobrietà e dalla semplicità tipiche dello stile romano, ha un’unica navata con due altari laterali dedicati rispettivamente a San Benedetto e a San Girolamo. L’altare maggiore risalente, risalente al 1592, custodiva al suo interno le reliquie della santa egiziana Bona, da cui il nome dell’abbazia stessa. A causa dei danni provocati dalla 1° Guerra Mondiale alla chiesa e ai suoi arredi, le venerate spoglie furono trasferite a Verona, fino al completamento dei restauri, avvenuto nel 1940. Poterono quindi tornare nella chiesa di Santa Bona, dove vennero accolte con solenni cerimonie.La base del campanile risale al XIII° secolo, mentre la parte superiore è stata completamente ricostruita.Fondata tra 1106 e il 1110, l’abbazia di Santa Bona deve le sue origini alle consistenti donazioni di alcuni crociati appartenenti appartenenti alla nobiltà vidorese ai monaci benedettini. Il complesso monastico, al cui complesso primitivo appartengono la chiesa, il campanile, il chiostro, la sacrestia e la sala del capitolo, divenne ben presto il fulcro dell’intensa opera di bonifica che interessò l’intera zona in epoca medioevale.Le compromissioni con il potere politico e la cattiva condotta di alcuni abati fecero venir meno l’autorità e la fama del monastero, che già nel corso del Trecento era considerato luogo nel quale si conduceva vita dissoluta, come confermato poi da un’ispezione.Oggetto d’interesse di svariate famiglie nobiliari della provincia, l’abbazia venne presto affidata in commenda, fino ad arrivare alla definitiva soppressione nel 1773. I suoi beni vennero messi all’asta ed acquisiti dal nobile Niccolò Erizzo, che, con i suoi eredi, provvedette poi anche alla ristrutturazione e all’ampliamento del complesso abbaziale.Semidistrutta dai bombardamenti della I° Guerra Mondiale, l’abbazia di Santa Bona venne radicalmente ristrutturata e venduta alla famiglia da Sacco, che ne detiene tuttora il possesso.Per la sua bellezza e valore, il complesso monastico fa parte del patrimonio storico ed artistico della regione Veneto.

Il Chiostro Dell’abbazia Di Santa Bona
il chiostro dell’abbazia di Santa Bona è costruito su pianta quadrata, chiuso ai lati da muretti che sorreggono una serie di colonne in pietra dotate di capitelli che si differenziano per la varietà dei motivi decorativi. Particolari sono le quattro colonne angolari, che per gli elementi decorativi ricordano quelle del monastero di Follina. La parte sud è abbellita dalla presenza di un grande affresco del Quattrocento che rappresenta “La Vergine in trono con Gesù benedicente fra San Giovanni Battista e San Girolamo”.

La Chiesa Arcipretale Di Vidor
la chiesa arcipretale, dedicata al Nome Santissimo di Maria, è dotata di una sola navata centrale e numerosi altari laterali risalenti al Settecento. L’altare maggiore, costruito con marmo di Carrara, è sovrastato da un tabernacolo con ai lati due angeli, probabilmente di opera del Canova o comunque della sua scuola. La chiesa fu edificata in sostituzione dell’antica chiesa di Santa Maria del Castello, che si trovava sulla cima del colle, la nuova costruzione nacque dal progetto dell’architetto Giovanni Rossi. Originariamente in stile neoclassico, subì una radicale modificazione in seguito ai danneggiamenti provocati dal Primo Conflitto Mondiale.

La Parrocchia Di Colbertaldo
nella sua struttura attuale, la chiesa con la sua facciata interamente di mattoni decorati a vista riprende per molti aspetti l’edificio precedente. L’interno è a navata unica. Le sculture che adornano gli altari sono attribuibili ad artisti provenienti dalla Val Gardena. In origine era la cappella dell’omonimo castello di Sant’Andrea. Fu successivamente restaurata ed ampliata tra il XVIII e il XIX secolo, cosicché il suo aspetto iniziale fu completamente modificato. Successivamente alle distruzioni seguenti la I° Guerra Mondiale la chiesa fu ricostruita in toto.

Il Santuario della Madonna Delle Grazie
Il santuario fu edificato in corrispondenza dell’arrivo a Colbertaldo di alcuni servi di Maria del monastero di Santa Caterina di Treviso, in seguito alla diffusione di un’epidemia di peste nera. Costoro, risparmiati dal contagio, iniziarono a considerare taumaturgica un’icona della Vergine, custodita probabilmente in un piccolo oratorio del luogo. La comunità monastica visse grazie a donazioni e lasciti e fece del nuovo convento, costruito tra il 1520 e il 1530, la sua fissa dimora. Il monastero alternò momenti di povertà con anni di relativa prosperità, anche se non raggiunse mai l’imponenza di altre fondazioni vicine. Nel corso del Settecento, però, vi fu un rapido declino causato anche da dispute e controversie con la parrocchia di Colbertaldo. Si giunse pertanto alla soppressione del convento stesso nel 1776 da parte del governo della Serenissima di Venezia; i beni furono consegnati alla parrocchia di Colbertaldo e a partire da questo momento il santuario venne rinominato “ospizio”. L’abbandono dell’edificio lo fece cadere in disuso e alla fine dell’Ottocento esso divenne un lazzaretto per i malati di colera.
Recentemente ristrutturato, il santuario è attualmente meta di gite ed escursioni. Di notevole interesse è l’affresco intitolato “Madonna con bambino ed Annunciazione”, attribuibile ad un artista locale del Cinquecento.

La Chiesa Monumento Ai Caduti
costruita interamente in stile romantico, la chiesa, dedicata alla Beata Vergine Addolorata, è preceduta da un porticato. Nella cripta che si trova al suo interno sono custodite le spoglie dei caduti di Vidor. Inoltre sulla facciata del tempio si può ammirare la statua della vittoria alata, opera dello scultore veneziano Martinuzzi. Storia: il sito collinare dove ora è ubicata la chiesa monumento ai caduti fu sede del castello e dell’adiacente chiesa dedicata alla Natività di Maria. Successivamente alla distruzione del castello, avvenuta nel 1510, e fino al 1748, anno in cui venne completata l’arcipretale, la chiesa rimase l’arcipretale di Vidor. Dapprima spogliata dei suoi arredi e trasformata poi in oratorio, essa venne totalmente distrutta durante la Prima Guerra Mondiale. Sulle sue rovine nacque la chiesa monumento ai caduti, opera del veneziano Brenno Del Giudice.

Il Ponte Di Vidor
la realizzazione di quest’opera si deve all’apporto congiunto dei comuni limitrofi, che si consorziarono a tale scopo. Francesco Maniscalchi, primo sindaco della Vidor italiana, diede il via ai lavori nel 1871 per il collegamento della sponda del comune con il paese di Bigolino. Più volte distrutto dalle piene del fiume, venne demolito nel 1912. Solo un anno prima era stato costruito un ponte di pietra, che fu anch’esso demolito nel 1917 per impedire agli austriaci di oltrepassare la linea difensiva attestata sul Piave.

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