Vittorio Veneto è una città ricca di chiese, monumenti e opere d’arte, situata lungo la Statale di Alemagna (SS. 51), ai piedi delle Prealpi Trevigiane.
Anticamente era costituita da due centri di origine romanica limitrofi ed autonomi, Ceneda e Serravalle, che nel 1866 si fusero per formare l’attuale comune di Vittorio Veneto.
L’abitato di Ceneda (a sud), di origine romana o addirittura pre romana, raggiunse il suo massimo prestigio nel VII sec., allorchè, divenne un importante ducato longobardo e, in seguito, sede vescovile.
Serravalle (a nord), anch’essa di origine romana, potentemente fortificata da re e principi barbari, nel 1174 divenne feudo dei Da Camino, da cui fu notevolmente abbellita. Sotto il dominio della Serenissima (1337-1797) conobbe un periodo di grande splendore, testimoniato dalla straordinaria bellezza ed eleganza dei palazzi e delle piazze, ben conservati.
Vittorio Veneto rappresenta la città simbolo di un momento storico nazionale importante come la conclusione della Grande Guerra il 4 novembre 1918, medaglia d’Oro al Valor militare per l’attiva partecipazione della popolazione alla lotta di Liberazione.
Oggi Vittorio Veneto si presenta come un importante centro artigianale e industriale, ma è a pieno diritto città d’arte, ricca di chiese, monumenti e opere d’arte, della musica, del vino, insignita nel 2000 del titolo di Città d’Arte.
Ricca di belle chiese e antiche tradizioni, con spiccata vocazione a consolidare la sua denominazione di città dell’arte, della musica e del vino e a proporsi sempre di più anche come meta turistica, Vittorio Veneto avvalora e rende merito alla nomea di “Città della musica”, patria di Lorenzo Da Ponte, famoso librettista di Mozart, organizzando una serie di manifestazioni uniche a livello nazionale, come la Rassegna Nazionale d’Archi “Mario Benvenuti”, il Gran Premio “Efrem Casagrande”
La mitezza del clima dunque, unitamente al fascino delle bellezze naturali ed artistiche, oltre alla prossima realizzazione di un centro benessere attrezzato grazie alla presenza di acque minerali di qualità nel cuore del centro storico di Ceneda, fanno di questa città uno dei centri più suggestivi della regione Veneto.
Vittorio Veneto è nota anche per il Bosco del Cansiglio, la seconda foresta demaniale d’Italia attrezzata per sports invernali, golf ed escursioni, e per le colline che la circondano e che rappresentano uno scenario ideale per compiere escursioni per gli amanti delle passeggiate a piedi, a cavallo, e in particolar modo delle mountain bikes.
In piena area di produzione del Prosecco, e situato sulla “Strada del Prosecco e dei Colli Conegliano e Valdobbiadene” Vittorio Veneto si caratterizza per la lunga tradizione di vinificazione del vino bianco, soprattutto ottenuto da uvaggio tra Prosecco, Verdiso, Bianchetta e Boschera, sia sul territorio comunale collinare e su quello limitrofo dove si possono ammirare autentiche distese di vigneti e coltivazioni diverse della vite. Tra le numerose manifestazioni organizzate per valorizzarne gli aspetti artistici, storici e culturali spicca la Mostra dei Vini e della Grappe “Città di Vittorio” che si tiene in maggio e che costituisce un momento qualificato per educare alla degustazione ed all’abbinamento eno-gastronomico ed è in sintesi una piacevole valorizzazione delle occasioni di intrattenimento e di aggregazione.
Il Castello di S. Martino
Ceneda è sede episcopale della Diocesi che ha visto per undici anni sulla sua cattedra Albino Luciani, l’indimenticabile Giovanni Paolo I. La Loggia della Comunità di Ceneda (1534-38), di ispirazione sansoviana, e’ sede del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto, ricco di documenti, cimeli, memorie storiche ed artistiche della Prima Guerra Mondiale, esposte negli spazi architettonici affrescati tra il 1841 ed il 1844, da Giovanni De Min (1786-1859) e da Pomponio Amalteo (1505-1588) su cartoni del Pordenone. Ceneda diede i natali al poeta Lorenzo Da Ponte (1749-1838), librettista di Mozart e promotore della cultura italiana in America. La città conserva ed offre al visitatore opere del Guardi, del Previtali e del Sansovino, mentre maestri veneti del “gotico devozionale” hanno lasciato un interessante ciclo di affreschi nello stupendo Oratorio dei SS. Lorenzo e Marco dei Battuti (secolo XV).
Tiziano e il Duomo di Serravalle
Serravalle conosce il suo primo periodo di espansione con la Signoria Da Camino (secolo XIII-XIV); condivide quindi le sorti della Repubblica Veneta dal 1337, giungendo al suo massimo fiorire di arti e commerci fra la fine del Quattrocento ed il Cinquecento, secoli a cui risale gran parte del centro storico che tuttora, stretto intorno al Castrum, offre preziosi aspetti di unicità. Nell’antica piazza, dedicata al poeta umanista MarcAntonio Flaminio (Serravalle 1498-Roma 1550), la Quattrocentesca Loggia della Comunità (1464-1476) ospita oggi le raccolte di archeologia, arte e storia del Museo del Cenedese.
Museo della Battaglia
Il Museo si fonda sulla collezione di reperti relativi alla Prima Guerra Mondiale iniziata dal vittoriese Luigi Marson, ex granatiere e Ragazzo del ’99 già durante la guerra. Inaugurato nel novembre del 1938 in occasione delle celebrazioni per il ventennale della Vittoria continua tuttora ad arricchirsi per lasciti, doni, ritrovamenti di materiale d’epoca. L’entrata del museo è caratterizzata dalla “Loggia del Cenedese” (1536) opera del Sansovino “Jacopo Tatti” e affreschi di Pomponio Amalteo. Nelle 9 sale del museo sono raccolte testimonianze e cimeli della “Grande Guerra” 1915-18 e in particolare le memorie dell’invasione del 1917(disfatta di Caporetto) e della Vittoria finale del 1918.
Castrum Serravalle
La costruzione del castello, che si estende su un’area di 15.000 mq., iniziò nel II sec. a.C. ad opera dei Romani. Essi, infatti, ritennero utile sfruttare la particolare orografia dello stretto di Serravalle come naturale sbarramento alle incursioni dei popoli del nord. Per tutto il primo millennio d.C. fu la rocca della città di Ceneda romana, il “Castrum Cenetensium”, e solo verso il mille divenne l’”Acropoli” della prima comunità autonoma di Serravalle.
Nel XII sec. fu la residenza dei signori Da Camino, e dal 1337 alla caduta di Venezia la residenza dei Podestà di Serravalle. Abbandonato dal 1770 al primo novecento, nel decennio 1925 – 35 è stato restaurato e completato dall’ing. Francesco Trojer.
Il Duomo di Serravalle sulla pittoresca cornice di Piazza Flaminio,
nel nobile centro storico.
L’esistenza è documentata sin dal XIV secolo, ma l’attuale struttura risale al 1779; una rigorosa pulizia formale caratterizza l’edificio attuale progettato da Domenico Schiavi nel 1775. Le fondazioni di questa chiesa, poggiano su antichissime e grandi arcate di pietra e cotto. Il soffitto fu decorato ad affresco dal veneziano Antonio Canal detto il Canaletto (1743 – 1825). All’interno vi è conservato un capolavoro di Tiziano Vecellio (1490 – 1576), una pala del 1547 rappresentante la “Madonna tra Sant’Andrea e San Pietro”. Degne di nota inoltre le due tele di Francesco da Milano poste ai lati del presbiterio, e la pala dell’altare di Santa Augusta di Rubens.